Tweaknology è nato il 27 gennaio 2014 dalla mia idea di aiutare altri studenti universitari come me nel capire meglio la tecnologia, senza necessariamente entrare in dettagli tecnici, ma raccontando l’esperienza con i prodotti hardware e software. Nel corso di 5 anni, su Tweaknology sono usciti più di 1.000 articoli, che hanno coperto argomenti come intelligenza artificiale, telecomunicazioni, elettronica di consumo ma anche lettura, politica, satira, musica, serie tv e film.
Su Tweaknology hanno scritto decine di persone, tra ricercatori, studenti, appassionati e startupper. Ma Tweaknology non è nato dalla mia idea. È nato dall’appoggio che cinque amici hanno espresso per la mia idea: Simone P., Mauro I., Federico A. e Pietro P. . Elena M. ha disegnato il logo, sia nella versione integrale (che è l’immagine all’inizio della pagina), sia nella versione abbreviata, TWKN.
Tweaknology è nato con questo nome perché nel 2014 volevamo fare un’enciclopedia dei tweak di Cydia. I tweak sono dei piccoli applicativi che permettono di modificare delle funzionalità principali di un dispositivo. Cydia è l’app store alternativo su iPhone dove scaricare i tweak. Quindi era ‘tweak’ + ‘nology’ (conoscenza) = Tweaknology.
Abbiamo iniziato mettendo 3€ a testa, per un totale di 15€, per comprare il dominio.
Ho continuato a raccontare questa storia negli anni a venire e probabilmente la racconterò ancora, fino a che qualcuno non dice che l’ha già sentita. Ne ho parlato durante il primo talk che ho fatto durante un evento digital, Digital Yuppies, nel settembre 2015. Raccontai come avevamo fatto a far crescere un blog da 0 a 10.000 visitatori unici in 1 anno con soli 15€ di budget iniziale.
Posso considerare Tweaknology un fallimento, perché ora non c’è più. Non siamo mai riusciti a pagarci degli adeguati stipendi, ma da un certo punto in poi siamo riusciti a finanziarci dei viaggi, degli strumenti e anche a pagare qualche collaboratore esterno. Tweaknology poteva diventare di più, ma così non è stato. E ci sono tante ragioni.
È iniziato nel peggiore dei modi, ma con le migliori delle intenzioni. Non sapevamo cosa stavamo facendo, io in primis. Avevamo solo tanta voglia di dire la nostra. Abbiamo intervistato decine di startup, partecipato a decine di eventi, meetup e conferenze. Ad un certo punto, ho avviato un piccolo podcast, chiamato Connecting The Dots, che ancora oggi è disponibile su iTunes. Chiedevo ai founder di startup agli inizi come fossero arrivati dove sono. Alcune di queste startup, come Filo e Tickete, oggi hanno dei business sostenibili. Altre sono morte, altre ancora hanno cambiato nome, prodotto e team. Altre ancora continuano a cercare di diventare sostenibili. Sellf, per esempio, fa ora parte di ForceManager ed è stata una delle migliori startup italiane per tanto tempo, con decine di migliaia di utenti e un fattutato sempre in crescita.