The future is here. Il payoff con cui Apple ha presentato al mondo iPhone X è chiaro. Ma in queste poche ore – dopo aver visto il keynote integralmente – ho capito che, forse, Apple non si riferisce ad iPhone X quando dice che il futuro è qui.
Ora ci arrivo, ecco.
Ovviamente, iPhone X è uno smartphone che sembra riduttivo anche solo definirlo tale. È un bellissimo, elegantissimo e senza bordi pezzo di vetro e alluminio che ha un display che occupa quasi tutta la superficie. Ha il chip A11 BIONIC con motore neurale, ha tanti GB di RAM (quanti ne servono ad un iPhone, sempre meno di un Android IMHO), e poi ha due aspetti fondamentali per il caso che sto per argomentare: ha una fotocamera posteriore con doppio sensore calibrata per la realtà aumentata e il Face ID, il nuovo tipo di riconoscimento biometrico che va a sostituire il Touch ID.

Camera iPhone X
Partiamo dalla doppia camera. È da 12 MP, con doppio stabilizzatore ottico (il che significa che i sensori si muovono in sincronia) e, come su iPhone 7 e 7 Plus, ha un sensore “normale”, che ora ha un’apertura focale f/1.8, e un sensore telephoto con apertura focale f/2.4. E, fino qui, niente di straordinario. Apple, poi, dice che questa doppia camera è stata calibrata per la realtà virtuale. Ora, io non so cosa precisamente questo significhi, però è chiaro che Apple ha lanciato una freccia con uno scopo ben preciso: il futuro è la realtà aumentata. O, più genericamente – secondo me – un’altra realtà.
Ci sto arrivando.
Face ID è una rivoluzione.

iPhone X, Face ID
“Sì, ma anche il mio PC Windows ha il riconoscimento facciale.”
Nope. Il tuo PC Windows ha il riconoscimento facciale, ma non così. La fotocamera, insieme al sensore ad infrarossi, scansiona il tuo volto e poi lo riconosce. In qualunque occasione in cui veda la stessa immagine. Face ID non fa questo. Face ID è riconoscimento dei tuoi lineamenti. E c’è una bella differenza. Perché per fare ciò, iPhone usa un bel po’ di sensori, che Apple raggruppa in un sistema chiamato TrueDepth Camera: c’è la camera, il sensore ad infrarossi, l’illuminatore flood (che è una luce ad infrarossi invisibile che aiuta ad identificare il volto) e il proiettore di punti – che mappa oltre 30.000 punti invisibili sul volto generando una corrispondenza accurata dei lineamenti.
Praticamente, il sistema TrueDepth Camera capisce la nostra faccia ed è in grado di agire su di essa, in tempo reale e senza ritardi, grazie a Core ML (pacchetto di software per il Machine Learning) e al motore neurale sull’A11 BIONIC. Ed ecco che ci sono le Animoji, queste Emoji che mappano i movimenti facciali su un altra forma, come quella di un cane o di un unicorno, che tanto piace alle startup.

iPhone X, Animoji dell’unicorno
Le Animoji costituiscono una applicazione, molto divertente e carina, di un campo in realtà molto complesso e pieno di sfaccettature: quello della realtà ibrida. Immaginate che voi possiate “piazzare” la maschera dell’unicorno su di voi, o che possiate crearvene una personalizzata, e che tutti coloro che hanno un iPhone X e puntino la fotocamera su di voi possano vedervi con la maschera che avete scelto. Per ora pensate a questa scena.

iPhone X, display Super Retina
A questo punto è necessario fare un giro lungo, e analizzare la posizione di Apple sul display senza bordi, a piena superficie. Prendo dal comunicato ufficiale:
“For more than a decade, our intention has been to create an iPhone that is all display. The iPhone X is the realization of that vision,” said Jony Ive, Apple’s chief design officer. “With the introduction of iPhone ten years ago, we revolutionized the mobile phone with Multi-Touch. iPhone X marks a new era for iPhone — one in which the device disappears into the experience.”
La frase che ho marcato in grassetto dice veramente tanto, ma a prima vista potrebbe sembra una frase “messa lì”. Apple non dice e scrive niente a caso. C’è un motivo preciso. Per chi l’avesse letta, nella mia recensione del Galaxy S8 qualche mese fa, avevo detto proprio questo, in parole diverse. Riprendo il paragrafo:
“L’hardware non sembra esistere più, e il display fluttua tra la mano e l’ambiente.”
Che è, in parole diverse, the device disappear into the experience, il dispositivo scompare nell’esperienza. È come se l’hardware non esistesse più. Il display rimane l’unica àncora realmente fisica a fare da intermediario tra la realtà presente nello smartphone (quella, se vogliamo, virtuale) e quella invece fisica. È come avere un paio di occhiali. Il display sarebbe il vetro della lente. Ma per aver bisogno di portare gli occhiali, è necessario che questi siano graduati e che quindi calibrati per farci vedere meglio. Calibrati. E cos’è nell’iPhone, che è calibrato? Ah, la camera!
Ecco, ci siamo arrivati. Quasi finito.
La camera è la gradazione della lente per vedere la realtà. Ma quale realtà Apple vuole che noi vediamo? Qui c’è ancora un altro, ultimo ragionamento da fare. È stato davvero complicato per me riuscire a costruire questo discorso e spero che qualcuno lo capisca, contorto com’è. Magari ne può nascere una discussione.
La realtà che noi vediamo è quella fisica, ed è la realtà in cui camminiamo, in cui viviamo, in cui compriamo cose, in cui compriamo iPhone. Esempi di realtà fisica sono un negozio, una piazza, un centro commerciale, una via. Vi siete chiesti perché – per chi ha visto la presentazione – Angela Ahrendts, VP Retail, ha parlato per più di dieci minuti di tutti gli Apple Store in giro per il mondo e delle nuove Apple Town Squares che apriranno nei prossimi mesi, inclusa quella a Milano?

Steve Jobs Theater
Beh, io una teoria ce l’avrei. Apple ha capito che iPhone X è l’ultimo smartphone che farà veramente la differenza. Impacchettato di tutta la tecnologia che da qui a 10 anni verrà solo migliorata, e mai sostituita da qualcosa di fondamentalmente diverso. Da qui a 10 anni, Apple costruirà le fondamenta per il suo più grande (in senso letterale) prodotto: la realtà. Apple Store, Apple Town Square, e magari Apple Avenues, sono i nuovi prodotti di Apple. Pieni di oggetti in realtà aumentata e virtuale, magari accessibili solo attraverso uno speciale dispositivo tanto piccolo da non essere nemmeno notato. Magari una lente a contatto, un chip sotto-pelle. Chi sa. Nessuno può prevedere quello che succederà tra 10 anni, ma la direzione è chiara: iPhone – come d’altronde ogni smartphone – avrà vita breve. Dieci anni molto lunghi, certo, in cui cambieremo decine di volte il modo di approcciare alla tecnologia. Ma in cui impareremo ad approcciare la realtà alternativa a questa, quella ibrida.
iPhone X è il primo vero passo di Apple: un passo molto costoso, dato che lo smartphone costa fino a 1359€ in Italia – per il modello da 256GB. iPhone X non è per tutti. Per chi vuole un iPhone, c’è iPhone 8. Per chi vuole un assaggio – molto acerbo – del futuro, c’è iPhone X.
Che la realtà (ibrida) abbia inizio.